La Presidente dell’Istituto Italo Cinese, Maria Rosa Azzolina, ha partecipato alla Siviglia alla Fourth International Conference on Financing for Development (FFD4) delle Nazioni Unite dal 30 giugno 2025: un appuntamento di rilievo internazionale che si tiene solo una volta ogni dieci anni.
La conferenza, ospitata presso il FIBES Sevilla Exhibition and Conference Centre, rappresenta un’occasione unica per discutere e riformare il sistema di finanziamento alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile a tutti i livelli. L’obiettivo è quello di sostenere la riforma dell’architettura finanziaria internazionale e affrontare le sfide economiche che ancora ostacolano gli investimenti necessari per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) nel mondo.
Le International Conferences on Financing for Development sono l’unico contesto in cui leader di governi di tutto il mondo, insieme a organizzazioni internazionali e regionali, istituzioni finanziarie e commerciali, imprese, società civile e il sistema delle Nazioni Unite si riuniscono ai massimi livelli per rafforzare la cooperazione internazionale.
Dopo il discorso inaugurale del Re di Spagna Felipe VI, Pedro Sánchez, Primo Ministro spagnolo e Presidente della Conferenza, e António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, hanno tenuto il primo discorso di apertura della conferenza. Sánchez ha sottolineato l’importanza di creare spazi di dialogo come questo, indispensabili per sviluppare un sistema più giusto, dove investimenti ed impegni economici vadano ad incontrare i bisogni e le necessità delle popolazioni del mondo. Entrambi hanno evidenziato come la finanza, troppo spesso percepita come distante dai bisogni delle persone, sia in realtà un pilastro fondamentale per garantire diritti essenziali: «La finanza non è solo una questione di numeri: è cibo, sanità, scuola, lavoro, uguaglianza. Lo sviluppo economico riguarda le persone».
Sulla stessa linea è intervenuto anche il Dottore Li Junhua, Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite, che ha ribadito la necessità di costruire un’architettura economica e sociale di respiro internazionale, capace di supportare in particolare i Paesi più fragili: «Non è una questione di carità, bensì di giustizia».